Continuo a parlare di politica.
Questa volta voglio soffermarmi sull'opportunità di creare le cosiddette liste "collegate" (e magari anche le, o alcune, liste civiche).
Quanto è "opportuno" ed "etico" formare liste pregne di uomini e donne che non hanno mai avuto intereresse nella "politica". E mi chiedo, come mai all'improvviso, alla vigilia di una tornata elettorale, si accende in loro questa grande voglia di partecipazione. Molti resteranno illusi e delusi, molti lo sono già prima di conoscere il risultato elettorale. Credo che siano in pochi a sperare nella propria elezione e, molto spesso, dicono di Si alla condidatura semplicemente per non dire di No incapaci di sostenerne il rimorso.
Questo mio personale ragionamento vale purtroppo anche per certe liste civiche che vanno a "pescare" adepti da candidare come fossero numeri della tombola di Natale: a caso. Tutti diciamo che la democrazia deve essere partecipata. Ma predichiamo bene e razzoliamo male. Partecipata da chi? Da chi non ha nessun interesse a parteciparvi, ma lo fa solo per fare un piacere a questo o quell'amico di turno?
Questo è un problema assolutamente multilaterale che interessa tutte le liste. Riempire le stesso con i tappabuchi. Che, bene o male, qualche voto lo porteranno.
Ecchisenefrega se dopo le elezioni spariranno nel torpore della vita di ogni giorno.
Quello che dovevano fare lo hanno fatto, chi più chi meno.
E, forse, se non esagerano troppo va anche bene, altrimenti iniziano a dare fastidio a chi invece si è autodeterminato a decidere.
Mi piacerebbe, anzi vorrei, che il giorno dopo le elezioni si continui, si inizi, si ricominci a parlare di politica, si facciano incontri, si parli della cosa pubblica, si dia la giusta tensione agli amministratori (chiunque essi siano).
Insomma, non dimentichiamo che siamo noi in primis a governare la nostra città, tramite coloro che abbiamo eletto.
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