Considerazioni (semi)serie.
Amministrare, per alcuni politici (ma direi per molti, e forse per tutti) qualunque sia la ragione o il luogo del loro amministrare, è come mangiare un piatto di cozze. No, non le cozze di Taranto, le cozze nere. Quelle sono pratiche da consumare. Senza impegno alcuno, senza sforzo, spesso cadono da se dal loro guscio e ci tocca semplicemente raccoglierle dal fondo del piatto e portarle alla nostra bocca.
Gustarle e goderle con assoluta semplicità.
Le cozze di campagna invece, quelle che i francesi chiamano “escargots” e che in Italia, quella non terrona, si chiamano Lumache.
E che io chiamo cozze.
Quelle si che si affrontano con più impegno. Perché a differenza delle cozze nere che si schiudono come fossero profumate margherite al sole di maggio, le Lumache non sono tutte uguali. Alcune si! Alcune si arrendono, restano per metà fuori dal loro guscio, indifese, cotte, morte, con le loro antennine rigide che spesso, con una sorta di famelicismo crudele, noi azzanniamo estraendo l’animale senza vita dalla sua dimora.
E ne gustiamo il minimo, ma intenso, sapore.
Le cozze “facili” sono i problemi semplici dell’ amministratore. Quelli che spesso vengono subito affrontati, quelli che non portano fatica, che non prevedono sforzo, quelli che spesso si risolvono con semplicità, con naturalezza e che probabilmente non hanno bisogno nemmeno di un politico per essere risolti, ma semplicemente di uomini di buona volontà.
Poi ci sono le cozze del ceto medio. Quelle che, pur morte, fanno capolino dal loro anfratto calcareo, fanno cucù, quasi per deriderci prima di essere divorate dalle nostre insaziabili bocche. Possiamo usare lo stuzzicadenti per tirarle fuori, oppure fare un forellino sulla parte opposta del loro guscio, e poi succhiarle come fossero della fresca coca-cola. Invece sono cozze. Le vinciamo spesso con colpi netti che ce le fanno ritrovare diritte in gola, saltando le papille gustative e quindi l’unico piacere che ci è concesso.
Queste cozze rappresentano i problemi che il politiico (l' amministratore) risolve, ma non è merito suo, è merito dello stuzzicadenti. E infatti non ha sodddifazione alcuna di questo risultato, perchè non può apprezzarne il sapore.
Alcune cozze però sono testarde. Resistono. Mentre vivono la loro cottura, si raggomitolano nella loro tana, più in fondo che possono, si aggrappano alle pareti del loro rifugio. E ci danno del filo da torcere. Non servono stuzzicandenti! Non c'è forellino che tenga!
Non mi avrai uomo, donna o bambino che tu sia!
Queste rappresentano i problemi reali del nostro presente. Quelli che il politico (l'amministratore) evita, sfugge, ignora, demanda, disconosce, nasconde, rimanda.
Quelli per la cui soluzione si è proposto in campagna elettorale.
E che ora getta mestamente nel dimenticatoio.
Sono quelle cozze che non sono gusci vuoti. Sono quelle che non siamo in grado di mangiare e che gettiamo nel padellino delle "bucce" arrendendoci mestamente.
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